Sembra scontato, lo so; ma è scontato per coloro che hanno la passione e la curiosità per l'arte, classica o moderna che sia. Ma per moltissime famiglie andare in un museo o ad una mostra con i bambini o i ragazzi assomiglia a un incubo.
Quando sono piccoli è facile: si meravigliano per i colori, stanno in braccio o ti tengono per mano e se sono stanchi, crollano sulla spalla.
Ma da adolescenti, è tutta un'altra cosa; sembra che di colpo il cervello si spenga e le uniche cose importanti della vita siano l'abbigliamento, la musica, il telefono.
Ma diamo un po' di fiducia a questi ragazzi; lasciamoli liberi di creare uno spirito critico.
Ieri ho portato mio figlio di 12 anni ad Artissima; immaginavo il muso lungo e un mantra di sottofondo che intonava "quando ce ne andiamo?", invece sono rimasta meravigliata e ho, io per prima, imparato.
Ho scoperto che eravamo attratti da opere diverse, ed era bello capire perché e commentare; abbiamo riso davanti sculture a cui davamo strambi significati e abbiamo trasformato i visitatori bizzarri in personaggi di una saga inventata sul momento.
L'ho sentito chiedere in inglese il permesso di entrare negli stand e chiacchierare in inglese con qualche hostess (devo dire molto carine... forse stava baccagliando...).
L'ho lasciato scattare foto con il cellulare, scoprendo così il suo punto di vista e anche che ha un occhio niente male per le inquadrature; ha fotografato anche me, e così ho notato che nelle prime foto, appena iniziata la visita, avevo un'aria severa, rigida, ero io la musona; ma poi nelle ultime foto mi ha ritratta sorridente e colorata, con la mia aria da bambina che vuole giocare che, chi mi conosce bene, sa essere parte della mia essenza.
E poi, davanti ad una serie di catene appese che io stavo chiaramente snobbando, lui mi ha detto che non capivo: le catene erano il potersi arrampicare per andare in alto, oppure per dondolare avanti indietro, come tra il passato e il futuro, e anche la forza perché la catena non si rompe. In meno di 30 secondi mi ha dato tre versioni della stessa opera, ed ora è quella che ricordo di più, anche se non mi piaceva.
Quindi diamo fiducia a questi giovani cervelli e cuori che hanno solo bisogno di trovare spunti per prendere forma, mille forme, mille colori.
Infine piccola nota pratica:
andare con i bambini nei musei o agli eventi artistici è una buona palestra per insegnare che non si corre, non si urla, non si tocca (quando sono piccoli).
Quasi tutte le grandi città hanno formule di card per i musei che consentono gli ingressi gratuiti o scontati; inoltre la prima domenica del mese i musei sono gratis.
Per convincere le teste di cocciute, suggerisco di proporre un'alternanza di attività, come ad esempio prima visitare un museo e poi andare a fare un picnic al parco, oppure un giro per guardare le ultime scarpe alla moda nei negozi per ragazzi.
Anche se non vi piace, provateci; magari anche voi scoprirete qualcosa di nuovo.
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