venerdì 29 novembre 2019

Nessuno è troppo grande per un abbraccio





"Nessuno è troppo grande per un abbraccio. 
Tutti vogliono un abbraccio. Tutti hanno bisogno di un abbraccio." 
diceva Leo Buscaglia

e credo sia vero, così tanto che a Milano ha aperto il primo negozio dedicato alla Hug Therapy, dove tanti morbidi peluche ti aspettano per farsi stringere.

Parlo chiaro: non discuto l'idea che anzi trovo originale, ma è davvero quello di cui abbiamo bisogno? Andare in un locale pubblico ad abbracciare un morbido pupazzone?
Una mia amica direbbe che di "pupazzi stronzi ne abbiamo abbracciati tanti, che forse quello di peluche è il più innocuo" e non ha tutti i torti.

Ma davvero le persone non sanno più volersi bene o entrare in empatia?
E non parlo solo d'amore: che bello è l'abbraccio di un'amica o amico quando sei triste, di un figlio che si stringe a te per sentirsi sicuro, della tua squadra dopo un successo sportivo?

E invece pare non si usi più, ma non per questo ne sentiamo meno il bisogno.

Eppure siamo tutti emancipati, sessualmente liberi, ma pare essere più facile fare sesso senza impegno che lasciarsi andare ad un caldo abbraccio. E' come se l'intimità, quella vera, quella del sentimento e dell'emozione, fosse proibita, da nascondere, creasse vergogna.

E dopo l'abbraccio di un enorme coniglio bianco in fibra sintetica, magari mentre beviamo da soli un bicchiere di vino, qual è lo step successivo? Ordinare l'animaletto abbraccioso nel colore preferito on line, così non dobbiamo nemmeno più uscire?

Dal momento che il potere terapeutico di coccole ed abbracci è provato, non possiamo semplicemente tentare di avere meno paura e lasciarci andare?
Potrebbe andare male, si; possiamo rimanere feriti, e so benissimo di cosa parlo, e conosco benissimo il  volersi proteggere, la paura di fidarsi dell'altro, ma so anche che nessuna di queste sensazioni è tanto brutta quale quella di desiderare di avere qualcuno vicino a cui appoggiarsi per qualche minuto, e sentirsi soli.


E vi lascio con queste parole di Jacques Prévert:

Migliaia e migliaia di anni
Non basterebbero
Per dire
Il minuscolo secondo d’eternità
In cui tu m’hai abbracciato
In cui io t’ho abbracciato.


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