Colori, forme, stili. Quattro decenni di moda.
Mostra a cura di A.N.G.E.L.O.
Mostra a cura di A.N.G.E.L.O.
13 e 14 ottobre 2007, fiera di Forlì.
Moda. Il termine, comparso per la prima volta con il significato attuale nel 1645, deriva dal latino modus che significa maniera, norma, e in senso più ampio, indica uno o più comportamenti collettivi con criteri mutevoli. Termine inizialmente legato esclusivamente alle classi agiate e a particolari categorie sociali che grazie agli abiti si distinguevano, la moda nel tempo diviene sempre più un tratto distintivo delle diverse epoche, degli stili di vita, delle abitudini, tanto da essere interscambiabile con l’espressione costume.
La mostra “Colori, forme, stili. Quattro decenni di moda” mette in evidenza l’evoluzione della moda nel corso di quattro decenni, dagli anni ’50 agli anni ’80, presentando un excursus storico che ben evidenzia i mutamenti sia nel settore dell’abbigliamento che nelle società.
Il percorso, strutturato in quattro stanze guardaroba, parte dagli anni ’50, quando, dopo le ristrettezze dovute alla guerra nel decennio precedente, la moda rifiorisce; la donna diviene sofisticata e curata in ogni aspetto, la vita sottile, le spalle nude, il trucco dettagliato. Simbolo di questi anni è la meravigliosa Audrey Hepburn, sempre perfetta sia nel tubino nero di Colazione da Tiffany che nelle gonne voluminose di Vacanze Romane. A lei è dedicata la prima stanza, dove si può percepire il New Look di Dior e un fascino garbato sempre attuale.
Si approda poi agli anni ’60, quando la moda si concentra sui giovani, quando Londra è il cuore pulsante delle novità; irrompe la minigonna creata da Mary Quant, il reggicalze lascia il posto a collant colorati, la pop art influenza le fantasie nei tessuti, vinile e poliesteri sostituiscono le stoffe. Icona di questi anni è la giovane e magrissima Twiggy, che segna una vera svolta nell’immagine femminile. Basta donne sensuali e formose, la tendenza è quella di uniformare universo maschile e femminile; è finita l’epoca dei capelli acconciati, la moda vede capelli lunghi e sciolti oppure corti tagli sbarazzini. Anche gli accessori cambiano: spariscono i guanti, le perle, le scarpe bon ton e fanno la loro comparsa la bigiotteria, gli stivali i baschi adagiati storti.
La terza sezione della mostra è dedicata agli anni settanta e a una donna veramente particolare: Janis Joplin. La cultura hippie dilaga nelle strade: colori accesi, bandane, spunti etnici, jeans a zampa di elefante, capelli lunghi sia per gli uomini che per le donne. Janis Joplin rappresenta l’essenza di quegli anni: la sua voce roca esprime perfettamente la ribellione di un decennio che ha visto grandi mutamenti sociali e grandi mutamenti anche nel comportamento femminile. Le donne sono più libere, vogliono viaggiare, stare comode, non pensano più solo al matrimonio e alla famiglia, Immagine di John Lennon è la loro colonna sonora.
Sempre negli anni ’70 si sviluppa il fenomeno punk: nella musica e nell’abbigliamento il punk dilaga portando nuove ondate di eccesso: calze a rete, capelli colorati, borchie, pelle, strappi. Lo stile diviene più aggressivo, l’abbigliamento un mezzo di protesta, sul grande schermo appare Arancia Meccanica.
Ma il decennio in questione ha anche spazio per capi tutt’ora attualissimi e imitati dalle collezioni recenti, che la mostra a cura di A.N.G.E.L.O. ci presenta mettendo in evidenza la qualità dei prodotti: Emilio Pucci, Roberta di Camerino, YSL sono solo alcuni nomi che si possono ammirare in esposizione.
Il percorso si conclude con gli anni ’80. E’ il momento del business e della pubblicità, anche per la moda: le sfilate divengono un evento per costruire l’immagine dello stilista, gli abiti di alta moda sono capi per pochissimi e per rare occasioni.
In questi anni dilaga il pret à porter, si diffondono le catene dei negozi, nascono molti centri commerciali che fungono da veri luoghi di ritrovo.
Dopo anni di ribellione, la donna riacquista una veste femminile, anche se non ha nulla a che vedere con la figura dolce degli anni ’50. Tailleur con spalle imbottite, cinturoni, pellicce, capelli gonfi e accessori vistosi: l’immagine della donna è forte, aggressiva, ma anche sexy e provocante.
Negli anni ’80 dilaga la moda del fitness: l’immagine passa anche attraverso un corpo scultoreo.
Icona del decennio è Madonna: donna esuberante in continua evoluzione, idolo delle più giovani, imitata anche dalle meno giovani che osano uscire di casa con le spalline del reggiseno a vista.
Nel corso di questo periodo le grandi firme vivono un vero periodo d’oro: basti pensare alla moda dei paninari, gruppi di ragazzi che si riconoscevano indossando felpe, jeans, accessori e anche calze firmate. Ma non solo. E’ l’epoca delle top model, delle interviste agli stilisti, Milano diviene il cuore della moda. E proprio a ricordare quel periodo A.N.G.E.L.O. propone al pubblico completi Versace e abiti Issey Miyake.
“Colori, forme, stili. Quattro decenni di moda”: quarant’anni di storia del costume raccontata attraverso quattro stanze guardaroba e quattro icone femminili.
Moda. Il termine, comparso per la prima volta con il significato attuale nel 1645, deriva dal latino modus che significa maniera, norma, e in senso più ampio, indica uno o più comportamenti collettivi con criteri mutevoli. Termine inizialmente legato esclusivamente alle classi agiate e a particolari categorie sociali che grazie agli abiti si distinguevano, la moda nel tempo diviene sempre più un tratto distintivo delle diverse epoche, degli stili di vita, delle abitudini, tanto da essere interscambiabile con l’espressione costume.
La mostra “Colori, forme, stili. Quattro decenni di moda” mette in evidenza l’evoluzione della moda nel corso di quattro decenni, dagli anni ’50 agli anni ’80, presentando un excursus storico che ben evidenzia i mutamenti sia nel settore dell’abbigliamento che nelle società.
Il percorso, strutturato in quattro stanze guardaroba, parte dagli anni ’50, quando, dopo le ristrettezze dovute alla guerra nel decennio precedente, la moda rifiorisce; la donna diviene sofisticata e curata in ogni aspetto, la vita sottile, le spalle nude, il trucco dettagliato. Simbolo di questi anni è la meravigliosa Audrey Hepburn, sempre perfetta sia nel tubino nero di Colazione da Tiffany che nelle gonne voluminose di Vacanze Romane. A lei è dedicata la prima stanza, dove si può percepire il New Look di Dior e un fascino garbato sempre attuale.
Si approda poi agli anni ’60, quando la moda si concentra sui giovani, quando Londra è il cuore pulsante delle novità; irrompe la minigonna creata da Mary Quant, il reggicalze lascia il posto a collant colorati, la pop art influenza le fantasie nei tessuti, vinile e poliesteri sostituiscono le stoffe. Icona di questi anni è la giovane e magrissima Twiggy, che segna una vera svolta nell’immagine femminile. Basta donne sensuali e formose, la tendenza è quella di uniformare universo maschile e femminile; è finita l’epoca dei capelli acconciati, la moda vede capelli lunghi e sciolti oppure corti tagli sbarazzini. Anche gli accessori cambiano: spariscono i guanti, le perle, le scarpe bon ton e fanno la loro comparsa la bigiotteria, gli stivali i baschi adagiati storti.
La terza sezione della mostra è dedicata agli anni settanta e a una donna veramente particolare: Janis Joplin. La cultura hippie dilaga nelle strade: colori accesi, bandane, spunti etnici, jeans a zampa di elefante, capelli lunghi sia per gli uomini che per le donne. Janis Joplin rappresenta l’essenza di quegli anni: la sua voce roca esprime perfettamente la ribellione di un decennio che ha visto grandi mutamenti sociali e grandi mutamenti anche nel comportamento femminile. Le donne sono più libere, vogliono viaggiare, stare comode, non pensano più solo al matrimonio e alla famiglia, Immagine di John Lennon è la loro colonna sonora.
Sempre negli anni ’70 si sviluppa il fenomeno punk: nella musica e nell’abbigliamento il punk dilaga portando nuove ondate di eccesso: calze a rete, capelli colorati, borchie, pelle, strappi. Lo stile diviene più aggressivo, l’abbigliamento un mezzo di protesta, sul grande schermo appare Arancia Meccanica.
Ma il decennio in questione ha anche spazio per capi tutt’ora attualissimi e imitati dalle collezioni recenti, che la mostra a cura di A.N.G.E.L.O. ci presenta mettendo in evidenza la qualità dei prodotti: Emilio Pucci, Roberta di Camerino, YSL sono solo alcuni nomi che si possono ammirare in esposizione.
Il percorso si conclude con gli anni ’80. E’ il momento del business e della pubblicità, anche per la moda: le sfilate divengono un evento per costruire l’immagine dello stilista, gli abiti di alta moda sono capi per pochissimi e per rare occasioni.
In questi anni dilaga il pret à porter, si diffondono le catene dei negozi, nascono molti centri commerciali che fungono da veri luoghi di ritrovo.
Dopo anni di ribellione, la donna riacquista una veste femminile, anche se non ha nulla a che vedere con la figura dolce degli anni ’50. Tailleur con spalle imbottite, cinturoni, pellicce, capelli gonfi e accessori vistosi: l’immagine della donna è forte, aggressiva, ma anche sexy e provocante.
Negli anni ’80 dilaga la moda del fitness: l’immagine passa anche attraverso un corpo scultoreo.
Icona del decennio è Madonna: donna esuberante in continua evoluzione, idolo delle più giovani, imitata anche dalle meno giovani che osano uscire di casa con le spalline del reggiseno a vista.
Nel corso di questo periodo le grandi firme vivono un vero periodo d’oro: basti pensare alla moda dei paninari, gruppi di ragazzi che si riconoscevano indossando felpe, jeans, accessori e anche calze firmate. Ma non solo. E’ l’epoca delle top model, delle interviste agli stilisti, Milano diviene il cuore della moda. E proprio a ricordare quel periodo A.N.G.E.L.O. propone al pubblico completi Versace e abiti Issey Miyake.
“Colori, forme, stili. Quattro decenni di moda”: quarant’anni di storia del costume raccontata attraverso quattro stanze guardaroba e quattro icone femminili.
2 commenti:
Io c'ero! Questa mostra era bellissima, soprattutto i vestiti anni settanta.
Molto più bella quella della callas. I fular invece non gli ho visti.
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