martedì 14 febbraio 2017

In origine era Lupercalia




San Valentino, festa degli innamorati. Chissà quante giovani coppie oggi si scambieranno un bigliettino o un cuscino a forma di cuore (che, detto tra noi, trovo di una bruttura incredibile).
Chi mi conosce sa che non ho mai amato questa ricorrenza, nemmeno da ragazzina; forse perché in questo periodo dell'anno sono occupata dai preparativi del carnevale, evento che per me rappresenta davvero un momento speciale.
Eppure c'è qualcosa nel gusto un po' decadente e kitsch di San Valentino che mi affascina.

Ma prima dei biglietti, delle vetrine tutte rosse, dei pupazzetti a forma di topo, il periodo intorno al 14 Febbraio era dedicato al dio Lupercus, protettore del bestiame dall'attacco dei lupi. Il rito prevedeva la celebrazione da parte di giovani sacerdoti seminudi, cosparsi di fango e coperti in vita da pelli di pecora, di sacrifici animali. Sembra poi che in un'urna venissero mescolati i nomi di uomini e donne che, a seguito di un'estrazione a sorte, dovevano passare un anno insieme per garantire la fertilità.

Nel 406 d.C. Papa Gelasio annullò questa festa pagana, e diede il via al culto di San Valentino da Terni, vescovo martire.

Per quanto riguarda lo scambio delle Valentine, cioè le lettere d'amore, ci sono varie teorie che vanno dal circolo di Geoffrey Chaucer con riferimento al fidanzamento di Riccardo II d'Inghilterra, a Carlo d'Orleans che nel XV secolo scriveva pagine dolcissime alla moglie, mentre era richiuso in prigione.

Ne XIX Secolo, poi, prima negli Stati Uniti e poi nel Regno Unito, si iniziarono a produrre biglietti d'amore su larga scala e, successivamente, scatole di cioccolatini che andarono rapidamente a sostituirsi alle lettere.

Tra le tante teorie sulla nascita di questa usanza, però, quella che preferisco è legata alla natura: Febbraio è il mese che vede i primi segni  risveglio nelle piante e negli animali, e l'inizio della stagione degli accoppiamenti.

In ogni caso a tutti coloro che si amano, auguri!

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