martedì 20 giugno 2017

Storia dei guanti


Lunghi come  quelli di Gilda, con le dita tagliate come Madonna negli anni '80, rosa per imitare Marilyn Monroe o di gomma come nel Rocky Horror Picture Show: i guanti da sempre sono un accessorio che non lascia indifferenti.
In alcune epoche, addirittura, le donne non uscivano di casa senza indossarli.

Ma forse pochi sanno che già nell'Odissea Omero parla di guanti, riferendosi però alla loro funzione anti freddo; anche nell'epoca degli antichi Egizi troviamo la presenza dei guanti: sembra che addirittura un paio sia stato trovato nella tomba del famoso Faraone Tutankhamon. Erano però utilizzati in modo differente dagli uomini e dalle donne: per i primi era segno di prestigio, mentre per le seconde il guanto, simile più alle "manopole" che ai guanti come li usiamo oggi, era protettivo delle mani dopo averle cosparse di unguenti.
Sembra che i Romani utilizzassero due termini differenti per indicare i guanti: "digitalia" per quelli con la forma delle dita e "manicae" per la copertura intera delle mani.

Nel Medioevo, poi, i guanti identificavano ceti e gruppi di persone, a seconda della forma e del colore. Particolare nota va data ai guanti in cotta di maglia dei cavalieri.
Da segnalare che erano utilizzati solo dagli uomini.

Dal IX secolo divenne anche un capo femminile.

I migliori produttori di guanti erano artigiani francesi e italiani, veneziani in particolare: il merletto di Burano era ricercatissimo.

La funzione di indumento da lavoro e protettivo non venne mai persa, ma il nuovo filone di indumento distintivo durò fino agli anni '60 quando, anche in Italia, le donne usavano piccoli guanti per uscire anche durante il giorno.

Negli anni '80 indimenticabili i guanti senza dita e borchiati. E come non citare il famoso guanto di Michael Jackson?



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