giovedì 15 dicembre 2016

Torniamo bambini per un attimo: è Natale!




C'è stato un tempo in cui anche noi scrivevamo la letterina a Babbo Natale - a dire il vero io lo faccio ancora, ma sono un caso limite - , sognando di ricevere quei giocattoli plasticosi e meravigliosi che pubblicizzavano in televisione.
Scommetto che molti ricordano benissimo lo spot, soprattutto di quel giocattolo che non è mai arrivato.
Io, ad esempio, per tutte le elementari ho sperato di ricevere la casa di barbie, quella rosa con l'ascensore giallo... e mentre attendevo, con scatole di scarpe e pezzi di legno presi dal garage di mio papà, costruivo la mia personalissima casa della bambola più bionda che mai.
L'avventura si concluse con me che vede la famosa casa rosa da un'amichetta, scoprendo così che il gioco era una "fuffa" pazzesca, e le mie amichette che invidiavano la mia super customizzata casa inventata!
Piccola nota: ho appena scoperto che su Ebay si trovano tutte le edizioni delle case di Barbie.

Tra i tanti giocattoli che hanno animato la mia infanzia, e immagino anche la vostra, riporto quelli che più ricordo, ma, se avete piacere, suggeritene altri.

Primo nell'elenco per inutilità e originalità e mood futuristico è il Robot Emiglio (scritto proprio così), di cui è uscita anche la versione attuale con lo slogan "EMIGLIO è TORNATO".

Come dimenticare poi "Gira la moda"? Negli anni in cui le top model erano le vere star e i paninari invadevano i corridoi scolastici, questo giocattolo tutto rosa appariva come il primo passo per trasformarsi in Donatella Versace.
A proposito di rosa, cito l'orribile Dolce forno...

Vero tormentone per i miei genitori, che alla fine hanno ceduto, è stata la pista delle Hot Wheels: ci ho giocato come una matta!

L'elenco sarebbe davvero lunghissimo, ma chiudo con una chicca, più per i maschietti: HE-MAN e il castello di Grayskull (e lo so che qui qualcuno ha urlato "Per il potere di Grayskullll.... HEE-MAAANNNN).

Lascio ora a voi il piacere di scavare nella memoria.

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